Il Codice di Norimberga nasce dalle carte dei processi che si svolsero al termine della seconda guerra mondiale nell’omonima città tedesca, in particolare da quelle del cosiddetto “Processo ai dottori” contro i medici nazisti che avevano perpetrato torture e sperimentazioni disumane contro innocenti in numerosi campi di sterminio tra cui quelli di Auschwitz e Birkenau. Su di esso si basa il Comitato Etico, ovvero quell’organismo indipendente che si occupa di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere dei soggetti che partecipano ad una sperimentazione.

Il Codice traccia una linea di divisione tra sperimentazione lecita e tortura, e su sperimentazioni non regolate, prive di fondamenti etici.

Consiste di 10 punti:

  1. Il consenso volontario è assolutamente essenziale. Ciò significa che la persona interessata debba avere capacità legale di esprimere il consenso; che essa sia nella condizione di poter esercitare un libero potere decisionale senza che si intervenga con la forza, con la frode, con l’inganno, con minacce o esagerando con qualsiasi forma di vincolo o coercizione; che essa abbia sufficiente conoscenza e comprensione degli elementi coinvolti nello studio, tali da permettere una decisione consapevole e ragionata. Questo ultimo elemento fa si che prima che il soggetto decida affermativamente sia informato circa la natura, la durata, lo scopo della sperimentazione, nonché dei metodi con cui verrà condotta, qualsiasi disagio o pericolo potenziale ed i possibili effetti sulla salute che potrebbero derivare dal partecipare alla sperimentazione. Il dovere e la responsabilità di accertare la bontà del consenso rimane in capo alla persona che avvia o dirige la sperimentazione. Questo è un dovere personale ed una responsabilità che non possono essere delegate impunemente.

Il tempo è passato nel mondo moderno
Dove i pazzi vivono e pronunciano sentenze
Con la vita tra le mani trattano con Dio
Mettendo un marchio di fabbrica su tutti noi

Dio benedica i bambini,
libertà è il loro verbo
Libertà libertà…finché non
impareranno ad obbedire
Non temere i mendaci,
ragione è il loro nome
Ragione, ragione…
giocano ad un insano gioco
Dove andranno i bambini domani?

C’è qui qualcuno che può proclamare
Di capire il nostro gioco umano?
Possiamo profetizzare
Che non sappiamo che cosa avverrà

Dove stiamo andando,
e quale è il nostro scopo?
Libertà, libertà…
rinchiusa nei nostri cervelli
Quante risposte,
ragione è il loro nome
Ragione, ragione…
la domanda rimarrà
Dove andranno i bambini domani?

Hey tu, dove vai?
Diretto al domani
Hey tu, dove vai?
verso la mia vita
Hey tu, dove vai?
Diretto al domani
Hey tu, dove vai?
Quando siamo nati, dimmi,
quale è il nostro scopo?
E cosa avverrà quando la società fallirà?
Ci dirigiamo verso il domani
ma non sappiamo se ci siamo vicini
Quando saremo andati,
dimmi che cosa resterà?
E cosa avverrà quando la società fallirà?
Ci dirigiamo verso il domani,
ma non sappiamo se ci siamo vicini

Dapprincipio diffidava anche di me, ma poi si accorse che io non l’avrei tradito, e mi divenne amico. Aveva davvero una certa abilità, e io lo chiamavo perchè mi aiutasse nei piccoli interventi chirurgici, o lo incaricavo di andare a fare le ignezioni. Che cosa importava se non era autorizzato? Le faceva benissimo: ma doveva agire di nascosto, perchè l’italia è il paese dei diplomi, delle lauree, della cultura ridotta soltanto al procacciamento e alla spasmodica difesa dell’impiego.
Molti contadini camminano ancora, a Gagliano, che sarebbero rimasti zoppi, ad opera della scienza ufficiale, per tutta la vita, grazie a questo figaro-contrabbandiere dall’aspetto furtivo, mezzo stregone e mezzo medicone, in guera con l’autorità e i carabinieri, col piede lesto e l’anima scaltra.

Carlo Levi 1945

Combattente per la libertà

Tu non puoi controllarmi,
dirmi cosa fare
e quindi piacerti in quanto
incatenato nella mediocrità
io non sono una statua
o parte di una macchina
sono malato e stanco dell’intera routine
calcolare il futuro
e computerizzare il tuo passato
un replay istantaneo
se qualcosa vien fatta troppo velocemente
porti via la mia libertà,
la mia casa
io sono solo un essere umano
ma non si potrebbe vedere
non son fatto di pietra.

Io sono un combattente per la libertà
e ho qualcosa da dire
sono un combattente per la libertà
togliti di mezzo
tieni nascosta la tua politica,
nascondi le tue regole
mi dici che sono un uomo
ma mi tratti come uno stupido
è sempre la stessa vecchia storia
solo con nome differente
tu hai dato a tutti noi un numero
e niente cambia
fuori è inverno con
questo mondo in ginocchio
tutti guardano ma nessuno vede
tu non puoi prenderti la mia libertà,
sai che ho ragione
se provi a fermarmi io combatterò
con tutta la mia forza.

Io sono un combattente per la libertà
e prenderò il comando
sono un combattente per la libertà
e mi opporò.

Combatterò per respirare
mentre il mondo va sempre più veloce
il tempo sta per far sparire
le cose di cui io ho bisogno.

Io sono un combattente per la libertà
e devo prendere il comando
sono un combattente per la libertà
ecco cosa sono
sono un combattente per la libertà
non ce la faccio più
sono un combattente per la libertà non più
sono un combattente per la libertà
ma non ho paura
sono un combattente per la libertà
togliti di mezzo.

Si sollecitavano apertamente i voti in cambio d’oro, vino o donne, le quali scorrazzavano per la piazza scambiando promisquamente baci con voti. Cosi la morte del papa dava veramente gioia ai suoi sudditi i quali, proprio come l’uomo della strada sotto i governi costituzionali di oggi, non avevano che una proprietà: il voto.

E a ogni votazione il più semplice portinaio ha la possibilità di stringere la mano al governante, di bere il vino dalla sua coppa d’oro, e di godersi gli amplessi delle sue concubine profumate. Secondo San Prudenzio, vi sono nell’ Ade giorni nei quali le fiamme eterne si estinguono e cessano i tormenti dei peccatori. I giorni delle elezioni sono qualcosa di simile per le genti della terra.

Soltanto allora ci si ricorda che schiavo e tiranno sono plasmati della stessa argilla comune come l’umile conca e la coppa purpurea; e che sono stati torniti ambedue sulla ruota dallo stesso vasaio.

Lawrence  Durrell

Le religioni sono come le donne; infatti ne le une ne le altre, finchè sono giovani, hanno bisogno di profumi o di fardo per essere circondate da umili adoratori disposti, siano essi pagani o cristiani, a immolare la propria vita per l’oggetto amato.

Quando invecchiano però, gli è necessario ricoprirsi di stole e di paramenti dorati, per trattenere ancora un pò i loro seguaci stanchi.

La chiesa di Roma se ne accorse in tempo e, non appena vide che l’entusiasmo dei suoi fedeli cominciava a raffreddarsi, ricorse a pittori e scultori […]

[…] La devozione è declinata da un pezzo, ma i dipinti di Raffaello e le voci dei Lacordaire o gli enuchi del papa attirano ancora pellegrini alle volte di san pietro o del Panteon, mentre noi, per parte nostra, andiamo in chiesa forse una volta all’anno, e anche allora chiudiamo le orecchie a tutta la faccenda.

Lawrence Durrell