-|- IL LIBRO DELLA TRUFFA EBOOK -|-
La leggenda narra che quando ero ancora un bambino in un momento di crisi, per raccimolare qualche lira per mandare avanti la famiglia e darmi da mangiare, il mio ingegnòso papà scrisse questo libro. Il testo come da titolo guida il lettore tra le truffe più comuni, fin qui tutto normale direte voi, la cosa più geniale e ardita fù che mio padre inviò questo libretto in contrassegno ad un sacco di persone che ovviamente non lo avevano richiesto. Fare un libro sulla truffa e con esso truffare un sacco di gente riempie i miei geni di orgoglio, comunque sia miracolosamente ho rinvenuto in cantina una copia del leggendario libricino, quindi ho deciso di ridare visibilità allo scritto, questa volta senza truffare nessuno.
Camicia di gran moda, cravatta di buon gusto. Vestito e soprabito della migliore stoffa, e quello che più conta di ottimo taglio. Non porta maglioni, nè occhiali, sempre ben rasato, il suo volto è serio, ma pronto al sorriso.
Quel sorriso misurato, distribuito opportunamente in dosi adatte per le varie circostanze.
La sua cultura sembra non avere limiti, parla con molto garbo e, cosa molto importante, almeno per “lui”, resta simpatico.
Il signore che abbiamo sia pure parzialmente descritto, possiede più o meno le caratteristiche indispensabili per esercitare la “professione” del truffatore. Oltre all’ aspetto esteriore, del nostro personaggio in seguito vedremo anche quale può essere il suo modo di vedere le cose.
A quanto ci è parso, ben pochi tengono alla propria rispettabilità quanto lui. Egli è sensibilissimo a questo particolare, e la cosa si spiega con ampia chiarezza se si considera che la rispettabilità ed il perbenismo per lui sono gli attrezzi principali per l’ esercizio della “professione”. C’è però che ne è veramente convinto di essere un galantuomo, a tal punto che gli riesce di trasmettere al suo interlocutore occasionale la necessaria sicurezza, affinchè quest’ ultimo riponga in lui una certa quantità di fiducia.
Nel campo della rispettabilità si difende con vigore, perfino nelle aule della Giustizia.
Vi è comunque in lui un infantile bisogno di sentirsi onesto, magari arriva con argomentazioni assai scaltre a dimostrare che nel suo dire vi è una certa logica, però la logica non è giustizia, almeno nella maggior parte dei casi. Il fatto che inserisca le sue ragioni in un contesto logico, ma privo di giustizia, altro non mostra che la mente malata del criminale.
Il vivaio, se così si può chiamare, la base di partenza, risulta essere per il truffatore quasi sempre il mondo dei “magliari”, nonchè quello dei rappresentanti e dei piazzisti; per forza di cose li si imparano le maniere adatte a raggirare un pò il prossimo. Raramente le ditte danno almeno ai principianti uno stipendio decente, quindi i più non riescono ad inserirsi validamente e con buoni profitti negli ingranaggi della produzione. Per cui nella maggior parte dei casi le prime vittime dei futuri truffatori vengono ad essere proprio quelle ditte che danno loro lavoro.
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